Lettera ad un ministro - Ordine Francescano Secolare - fraternità di Monza

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L’ Ordine Francescano Secolare è costituito da cristiani che per una vocazione specifica, mediante una Professione Solenne, si impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di San Francesco, nel proprio stato secolare, osservando una Regola specifica approvata dalla Chiesa.
LETTERA   AD   UN   MINISTRO.
 
 
[234]    1 A frate N... ministro. Il Signore ti benedica!
 
2 Io ti dico, come posso, per quello che riguarda la tua  anima, che quelle cose che ti sono di impedimento nell'amare il Signore Iddio, ed ogni persona che ti sarà di ostacolo, siano frati o altri anche se ti coprissero di battiture, tutto questo devi ritenere come una grazia.
 
3 E così tu devi volere e non diversamente. 4 E questo tieni in conto di vera obbedienza da parte del Si­gnore Iddio e mia per te, perché io fermamente ricono­sco che questa è vera obbedienza. 5 E ama coloro che agiscono con te in questo modo, e non esigere da loro altro se non ciò che il Signore darà a te. 7 E in questo amali e non pretendere che diventino cristiani migliori.
 
 
[235]    3 E questo sia per te più che stare appartato in un eremo.
 
9 E in questo voglio conoscere se tu ami il Signore ed ami me suo servo e tuo, se ti diporterai in questa ma­niera, e cioè: che non ci sia alcun frate al mondo, che abbia peccato, quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede; 10 e se non chiedesse per­dono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato. 11 E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attrarlo al Si­gnore; ed abbi sempre misericordia per tali fratelli.
 
 
[236]    12 E avvisa i guardiani, quando potrai, che tu sei deciso a fare così.
 
 
[237]    13 Riguardo poi a tutti i capitoli della Regola che trattano dei peccati mortali, con l'aiuto del Si­gnore, nel Capitolo di Pentecoste, raccolto il consiglio dei frati, ne faremo un Capitolo solo in questa forma:
 
14 Se qualcuno dei frati, per istigazione del nemi­co, avrà peccato mortalmente, sia tenuto per obbedien­za a ricorrere al suo guardiano, 15 E tutti i frati, che fossero a conoscenza del peccato di lui, non gli fac­ciano vergogna né dicano male di lui, ma ne abbiano grande misericordia e tengano assai segreto il peccato del loro fratello, perché non i sani hanno bisogno del me­dico, ma i malati ([i]). 16 E sempre per obbedienza sia­mo tenuti a mandarlo con un compagno dal suo custo­de. 17 Lo stesso custode poi provveda misericordiosa­mente a lui, come vorrebbe si provvedesse a lui medesi­mo, se si trovasse in un caso simile.
 
 
[238]    18 E se fosse caduto in qualche peccato venia­le, si confessi ad un fratello sacerdote. I9 E se in quel luogo non ci fosse un sacerdote, si confessi ad un suo fratello, fino a che possa trovare un sacerdote che lo as­solva canonicamente, come è stato detto. 20 E questi non abbiano potere di imporre altra penitenza all'infuori di questa: «Va' e non peccare più!» ([ii]).
 
 
[239]    21 Questo scritto tienilo con te, affinché sia meglio osservato, fino al capitolo di Pentecoste; là sarai presente con i tuoi frati. 22 E queste e tutte le altre cose, che sono ancora poco chiare nella Regola, sarà vo­stra cura di completarle, con l'aiuto del Signore Iddio.
 

 

   
 
   [i]
 
 Mt 9,12.
 
 
 
   [ii]
 
 Cfr. Gv 8,11.
 
 
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