SEZIONE SECODA / Parte seconda
TRA STORIA E TEOLOGIA DELLA STORIA
SACRUM COMMERCIUM
						
						SANCTI
						FRANCISCI 
						
						CUM
						DOMINA PAUPERTATE
						
						 (L'Alleanza del beato Francesco 
						
						con
						madonna Povertà)
						
						Scheda
						introduttiva, traduzione e note di 
						
						CARLO
						PAOLAZZI
						
						            IN QUESTA operetta allegorica
						di autore ignoto e di controtersa datazione, che sviluppando spunti biografici
						presenti anche nel Celano e in san Bonaventura vede sposati in Francesco
						l'amore alla povertà euangelica e il tema della « cortesia », gli interrogativi
						cominciano fin dal titolo, suggestivamente arroccato attorno ad un terrnine che
						è sì di lontana ascendenza giuridica ed erotica ( « commercium » = scambio,
						contratto, rapporto... ), ma che qui viene assunto ormai carico di suggestioni
						bibliche, liturgiche, religiose. Conre nella storia della salvezza, I'incontro
						tra Francesco e madonna Povertà « sulla cima del monte », lo scambio di doni e
						di promesse, I'impegno reciproco di amore e di fedeltà hanno soprattutto un
						nome, « alleanza ».
						
						            Nello
						sfumare dei connotati storici, prende rilievo il messaggio. Parla un uomo che
						nella gerarchia dei valori cristiani ed evangelici non solo ha dato il primo
						posto alla povertà, « regina », « fondamento e custode di ogni virtu » (cfr. 1
						e 16), ma in funzione della povertà legge con occhio appassionato e profetico
						l'intera storia religiosa dell'umanità.
						
						            Nel
						contesto di un'ardita ricostruzione storica, che non esita a dequalificare come
						« terrene » le grandi promesse fatte ai patriarchi (« in tutti costoro non ho
						trovato pace», cfr. 30), il messaggio più alto esce però dalle pagine finali,
						dove la più assoluta povertà nella mensa si traduce in gioia sovrabbondante
						dello spirito (59-62) e la rinuncia ad un chiostro fatto da mani di uomo
						prelude alla riconquista del mondo come spazio aperto alla libertà piena dei
						figli di Dio, ai quali è stato detto: « Beati i poveri in ispirito, perché di
						essi è il regno dei cieli ».
						
						            Si
						badi, insiste l'autore: « e` », non « sarà ». Respinta la cupidigia che li
						induce a « invidiarsi a vicenda » (cfr. 48), gli uomini imboccheranno la strada
						per riconciliarsi tra loro, con Dio, con le creature, e la pace del « regno »
						tornerà a splendere nella loro casa. Non è utopia di ieri, è appello alla
						speranza per la storia di sempre.
						
						            La
						versione è stata condotta sull'ediz. critica ( promovendo a testo in qualche
						caso varianti dell'apparato): Sacrum Commercium S. Francisci cum Domina
						Paupertate, Firenze-Quaracchi 1929.
						
						            Per
						notizie più ampie, cfr. Introduzione, qui, pp. 245 - 246.
						
						PROLOGO
						
						1959   1. Fra le altre
						insigni e preclare virtù, che nell'uomo preparano un luogo adatto
						all'abitazione di Dio e mostrano una via 
						migliore e più rapida per camminare e giungere fino a Lui, la santa
						Povertà per sua natura si innalza su tutte e precede per grazia singolare i
						meriti delle altre perché è fondamento e custode di ogni virtù e a buon diritto
						il nome di lei occupa il primo posto fra le virtù evangeliche. Le altre,
						infatti, non avranno da temere né caduta di pioggia, né irrompere di fiumi, né
						soffiare minaccioso e rovinoso di venti, quando siano saldamente fissate sul
						fondamento della povertà.
						
						1960    2. E ben a
						ragione, perché il Figlio di Dio, Signore delle virtù e Re della gloria,
						operando la salvezza sulla terra, andò in cerca della Povertà, la trovò, l'amò
						con amore di predilezione. Agli esordi della sua predicazione proprio la
						Povertà egli pose come fiaccola in mano a coloro che stavano per varcare la
						soglia della fede e collocò come prima pietra nel fondamento della casa, e
						mentre le altre virtù ricevono da lui il Regno dei cieli solo come promessa la
						Povertà ne ottiene l'investitura senza alcuna dilazione Beati, egli dice, i
						poveri in ispirito, perché di essi è il regno dei cieli.
						
						1961     3. A buon
						diritto il regno dei cieli appartiene a coloro che di propria volontà, con
						intenzione pura e per desiderio dei beni eterni, rinunciano del tutto a
						possedere beni terreni. E necessario che viva di cose celesti chi non si cura
						delle terrene, che degusti felice nel presente esilio le dolci briciole che
						cadono dalla mensa degli angeli santi chi considera come sterco ogni cosa e rinuncia
						a tutti i beni del mondo, meritano così di gustare quanto è dolce e soave il
						Signore. Questa è la vera investitura del regno dei cieli, è sicurezza di
						eredità eterna nel regno e quasi un pregustare santamente la felicità futura.
						
						1962     4. Perciò il beato Francesco, come vero
						imitatore e discepolo del Salvatore, agli inizi della sua conversione si diede
						con grande amore alla ricerca della santa Povertà, desideroso di trovarla e del
						tutto deliberato a farla sua, senza temere né avversità né pericoli, non
						ricusando fatiche né schivando disagi corporali, nella speranza di poter
						finalmente giungere fino a colei, alla quale il Signore ha consegnato le chiavi
						del Regno dei cieli.
						
						IL BEATO FRANCESCO 
						
						S'INFORMA SULLA
						POVERTA'
						
						1963      5. Come un solerte e premuroso esploratore,
						cominciò ad aggirarsi per le strade e per le piazze della città,  cercando con diligenza l'oggetto del suo
						amore. Interrogava quelli che stavano sulla via, s'informava dai passanti
						dicendo: « Avete visto l'amata del mio cuore? ». Ma quel parlare restava oscuro
						per loro, come fosse barbaro. Non comprendendolo, gli dicevano: « Brav'uomo,
						non sappiamo cosa stai dicendo. Parlaci nella nostra lingua e ti risponderemo
						».
						
						            In quel
						tempo i figli di Adamo non avevano voce né sensi per voler trattare fra loro o
						parlare della povertà. La odiavano di tutto cuore, come fanno anche oggi, e non
						riuscivano a dire nemmeno una parola amichevole a chi si informava di lei;
						perciò gli rispondono come a uno sconosciuto, e dichiarano di non sapere nulla di
						quanto viene loro richiesto.
						
						1964      6. « Mi
						rivolgerò ai grandi e ai sapienti », disse allora il beato Francesco, «e
						parlerò a loro. Certo essi conoscono la via del Signore e il diritto del loro
						Dio, perché questi altri forse sono di bassa condizione e stolti, e ignorano la
						via del Signore e il diritto del loro Dio ».
						
						            Ma
						quando l'ebbe fatto, quelli risposero anche più duramente: « Che strana
						dottrina vieni tu a metterci negli orecchi? La povertà, che vai cercando, resti
						per sempre a te e ai tuoi figli e alla tua discendenza dopo di te! Quanto a
						noi, siamo risoluti a godere a fondo dei piaceri e ad abbondare di ricchezze,
						perché la nostra vita è breve e triste, e quando l'uomo muore, non c'è per lui
						luogo di refrigerio. Noi non abbiamo trovato nulla di meglio che stare allegri,
						mangiare e bere per tutto il tempo della nostra vita ».
						
						1965     7. Il
						beato Francesco, udite queste parole, si meravigliava in cuor suo e rendeva
						grazie a Dio, dicendo: « Sii benedetto, Signore Iddio, che hai tenuto nascoste
						queste cose ai sapienti e ai prudenti e le hai rivelate ai piccoli! Sì o Padre,
						perché così è piaciuto a te! 0 Signore, padre e padrone della mia vita, non
						abbandonarmi nella loro adunanza, né lasciarmi cadere in quella vergogna, ma
						per tua grazia concedimi di trovare quello che cerco, perché io sono tuo servo
						e figlio della tua ancella ».
						
						1966     8. Uscito
						quindi dalla città, il beato Francesco con passo svelto arrivò ad un campo nel
						quale, guardando di lontano, scorse due vegliardi che sedevano affranti da
						grave languore; uno dei quali diceva: « Su chi volgerò lo sguardo, se non sul
						povero e su chi ha lo spirito contrito e su chi teme la mia parola? ». E
						l'altro rispondeva: «Nulla abbiamo portato in questo mondo, nulla di certo
						possiamo portarne via, quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci.
						contentiamoci di questo ».
						
						IL BEATO FRANCESCO
						CHIEDE GLI VENGA INDICATO 
						
						DOVE ABITA LA POVERTA'
						
						1967    9. Giunto
						presso di loro, il beato Francesco disse: « Indicatemi, vi scongiuro, dove
						abita madonna Povertà, dove va a pascolare, dove riposa al meriggio, perché
						languisco per amore di lei ».
						
						            Ma
						quelli risposero: « Caro fratello, noi siamo stati seduti qui insieme per un
						tempo e due tempi e la metà di un tempo, e spesso l'abbiamo veduta passare, perché
						parecchi la cercavano. A volte erano in molti ad accompagnarla, ma sovente
						ritornava sola e ignuda, disadorna di gioielli, senza compagni che le facessero
						onore, senza vesti che la coprissero. E piangeva amarissimamente e diceva:
						" I figli di mia madre hanno combattuto contro di me". E noi le
						dicevamo: " Abbi pazienza, perché i giusti ti amano">>.
						
						1968     10. « E ora, fratello, è salita su un monte
						grande e alto, dove Dio le ha fissato la dimora, essa abita sui monti santi
						perché Dio la ama più di tutte le tende di Giacobbe. I giganti non hanno potuto
						toccare le orme dei suoi piedi, e le aquile non spinsero il volo fino al collo
						di lei. La povertà è cosa singolare, che ogni uomo disprezza, perché essa non
						si trova nella terra di coloro che vivono mollemente; perciò è nascosta ai loro
						occhi; è ignota agli uccelli del cielo; Dio ne conosce la via, lui solo sa dove
						si trovi  ». 
						
						1969   11. « Dunque se
						tu, fratello, vuoi giungere da lei, spogliati delle vesti dell'allegrezza
						mondana e deponi tutto ciò che è di  peso
						e il peccato che ti assedia, perché, se non sarai nudo e spoglio, non potrai
						ascendere fino a colei che si è ritirata in tanta altitudine. Ma poiché è
						benigna, facilmente è contemplata da chi l'ama, ed è trovata da quelli che la
						cercano. Riflettere su di essa, fratello, è perfezione di saggezza, e chi
						veglia su di lei sarà presto senza affanni. Prendi perciò con te dei compagni
						fedeli, che ti siano di consiglio e di aiuto nel salire il monte, perché guai a
						chi è solo! se cade, non ha nessuno che lo rialzi; se uno cadrà, solo un
						compagno potrà sostenerlo ».
						
						IL BEATO FRANCESCO 
						
						ESORTA I SUOI FRATELLI
						
						1970     12. Fatto tesoro del consiglio di persone
						così autorevoli, il beato Francesco andò e scelse alcuni compagni fidati con i
						quali giunse sollecitamente ai piedi del monte. E disse ai suoi fratelli: «
						Venite, saliamo sul monte del Signore e alla casa di madonna Povertà,  perché ci indichi la sue vie e possiamo
						camminare per i suoi sentieri ».
						
						            E
						considerando da ogni lato la salita del monte a motivo della sua eccessiva
						asprezza e altitudine, alcuni di loro parlavano l'un l'altro e dicevano: « Chi
						salirà su questo monte e chi mai potrà arrivare alla sua cima? ».
						
						1971      13. Comprese ogni cosa il beato Francesco e
						disse loro: « Stretta è la via, fratelli, e angusta la porta che conduce alla
						vita, e pochi sono quelli che la trovano. Attingete forza nel Signore, e nel
						vigore della sua potenza, perché ogni cosa difficile per noi diventerà facile.
						Deponete il bagaglio della volontà propria e gettate via il peso dei peccati e
						cingetevi come uomini forti. Dimentichi del passato, siate protesi con tutte le
						forze verso il futuro. Io vi dico che ogni luogo che il vostro piede calcherà,
						sarà vostro. Lo Spirito precederà la vostra faccia, Cristo Signore, che vi
						trascinerà alla cima del monte con vincoli d'amore. Cosa mirabile, o fratelli,
						è ottenere in sorte la Povertà, ma a noi sarà facile godere dei suoi amplessi,
						perché la signora delle nazioni è divenuta come una vedova, la regina delle
						virtù è svilita e disprezzata da tutti. Non si troverà sulla terra nessuno che
						osi alzare la voce, nessuno che si opponga a noi, nessuno che a buon diritto
						possa impedire questa alleanza di salvezza. Tutti i suoi amici l'hanno
						disprezzata e le sono diventati nemici ». A queste parole tutti insieme si
						incamminarono dietro il beato Francesco.
						
						LA POVERTA'  SI MERAVIGLIA 
						
						DELLA FACILITA' CON
						CUI SALGONO
						
						1972    14. Mentre con passo assai leggero si
						affrettavano verso la sommità del monte, ecco che madonna Povertà, stando sulla
						cima, volse lo sguardo lungo i pendii della montagna. E vedendo quegli uomini
						salire, anzi volare, con tanto vigore, si meravigliò fortemente e disse: « Chi
						sono costoro che volano come nubi, e come colombe verso il loro nido? Da lungo
						tempo non ho visto nessuno come loro, né ho ammirato altri così spediti, per
						essersi scrollati di dosso ogni peso. Voglio perciò dire loro quello che mi sta
						in cuore, perché non abbiano a pentirsi come gli altri di essere saliti tanto
						in alto, senza considerare il precipizio che sta tutt'intorno. So che non
						potranno prendere possesso di me senza il mio consenso, ma avrò merito dinanzi
						al Padre mio celeste, se darò loro un consiglio che lì porti a salvezza ». Ed
						ecco une voce piovve a lei dall'alto e disse: « Non temere figlia di Sion,
						perché essi sono stirpe che il Signore ha benedetto e scelto con amore sincero >>.
						
						1973     15. Allora,
						chinandosi dal trono della sua nudità, madonna Povertà li accolse con dolci
						benedizioni e disse loro: « Ditemi, fratelli, qual'è il motivo della vostra
						venuta, e perché salite con tanta fretta dalla valle della miseria al monte
						della luce? Andate forse in cerca di me che, come vedete, sono poverella,
						sbattuta dalla tempesta e senza alcuna consolazione? >>.
						
						IL BEATO FRANCESCO 
						
						LODA LA POVERTA'
						
						1974   16. Ed essi
						risposero: a Noi veniamo da te, signora nostra; accoglici pacificamente, te ne
						preghiamo. Noi desideriamo diventare servi del Signore delle virtù, perché egli
						è il Re della gloria. Abbiamo sentito dire che tu sei la regina delle virtù e
						continuamente l'esperienza ce l'ha confermato. Perciò, prostrati ai tuoi piedi,
						ti supplichiamo umilmente che tu voglia degnarti di stare con noi e di essere
						anche per noi via che ci porta al Re della gloria, come fosti via per lui,
						quando egli, sole che sorge dall'alto, si degnò di visitare quelli che stanno
						nelle tenebre e nell'ombra della morte. Sappiamo infatti che tua è la potenza,
						tuo il regno, tu dal Re dei re sei stata costituita regina e signora sopra
						tutte le virtù. Fa solo un gesto di pace verso di noi e saremo salvi, e "
						per te ci accolga chi per te ci ha redenti ". Se deciderai di salvarci,
						subito noi saremo liberi. Perché lo stesso Re dei re e Signore dei signori,
						creatore del cielo e  della terra, ha
						vagheggiato il tuo volto e la tua bellezza. Mentre il re posava alla sua mensa,
						ricco e glorioso nel suo regno, abbandonò la sua casa, lasciò la sua eredità:
						perché onore e ricchezze sono nella sua casa. E in tal modo, scendendo dalla
						sua sede regale, si degnò andare in cerca di te ».
						
						1975    17. «
						Grande è quindi la tua dignità, incomparabile la tua altezza, se lo stesso
						Signore, lasciati tutti gli Ordini di angeli e le immense Virtù, di cui era
						grande abbondanza nel cielo, discese nelle plaghe inferiori del mondo per
						cercare te, che giacevi nella feccia e nel fango, nelle tenebre e nell'ombra
						della morte. Ogni uomo ti aveva grandemente in odio: tutti ti fuggivano, tutti
						si davano da fare per cacciarti via. E benché alcuni non riuscissero a
						sfuggirti del tutto, non per questo riuscivi loro meno odiosa e insopportabile
						».
						
						1976    18. « Ma
						quando venne il Signore di ogni cosa, accogliendoti fra le sue braccia, esaltò
						il tuo capo in mezzo alle famiglie dei popoli e ti cinse il diadema nuziale,
						innalzandoti al di sopra delle nubi. E benché innumerevoli siano ancora quelli
						che ti detestano, ignorando la tua potenza e la 
						tua gloria, tu però non hai nulla da perdere, perché abiti libera sui
						monti santi, nel luogo solidissimo ove dimora la gloria di Cristo». 
						
						TITOLI D' ONORE DELLA
						POVERTA'
						
						1977       19. « Così,
						innamorato della tua bellezza, il Figlio dell'altissimo Padre a te sola si unì
						strettamente nel mondo e ti conobbe per prova fedelissima in ogni cosa. Prima
						ancora che dallo splendore della sua patria Egli venisse sulla terra tu gli preparasti
						una abitazione degna, un trono su cui assidersi e un talamo dove riposare, cioè
						la Vergine poverissima dalla quale Egli nacque a risplendere su questo mondo. A
						lui appena nato con sollecitudine corresti incontro, perché egli trovasse in
						te, e non nelle mollezze, un posto che gli fosse gradito. Fu deposto, dice
						l'evangelista, in una mangiatoia, perché non c'era posto per lui nell'albergo.
						Allo stesso modo, senza mai separarti da lui, l'hai sempre accompagnato, tanto
						che In tutta la sua vita, quando apparve sulla terra e visse fra gli uomini,
						mentre le volpi avevano le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, egli
						però non aveva dove posare il capo. E in seguito quando egli, che un tempo
						aveva dischiuso la bocca dei profeti, aprì la sua bocca per insegnare, te per
						prima volle lodare, te per prima esaltò con le parole: Beati i poveri in
						ispirito, perché di essi è il regno dei cieli ".
						
						1978       20. « Quando poi dovette scegliere per la
						salvezza del genere umano alcuni testimoni della sua santa predicazione e del
						suo glorioso genere di vita, non scelse già dei ricchi mercanti, ma dei poveri
						pescatori, per mostrare, con tale attestazione di stima, che tu devi essere
						amata da tutti. Infine, perché a tutti fosse manifesta la tua bontà, la tua
						magnificenza, la tua fortezza e la tua dignità, ed apparisse che tu sei la
						prima di tutte le virtù, e che nessuna virtù può esistere senza di te, e che il
						tuo regno non è di questo mondo, ma del cielo, tu sola rimanesti unita al Re
						della gloria quando tutti coloro che egli aveva prescelto ed amato, vinti dalla
						paura, lo abbandonarono. Ma tu, sposa fedelissima e dolcissima amante, neppure
						per un momento ti allontanasti da Lui, anzi proprio allora ti aggrappavi a Lui
						con più forza, quando lo vedevi maggiormente disprezzato da tutti. Perché, se
						tu non fossi stata con Lui, mai sarebbe stato trattato con tanto disprezzo da
						tutti ».
						
						1979      21. « Tu
						eri con Lui tra gli schiamazzi dei Giudei, gli insulti dei Farisei, i
						rimproveri dei principi dei sacerdoti; con Lui tra gli schiavi, con Lui tra gli
						sputi, con Lui sotto i flagelli. Gli spettava la venerazione di tutti, tutti lo
						schernivano: e tu sola  lo consolavi.
						Fino alla morte, e alla morte di croce, tu non l'hai abbandonato. E persino
						sulla croce, il corpo ignudo, le braccia stese, le mani e i piedi conficcati al
						legno, tu soffrivi con Lui, e nulla appariva in Lui che gli desse maggior
						gloria di te. E infine, quando salì al cielo, a te lasciò il sigillo del regno
						dei cieli per segnare gli eletti, perché chiunque sospira il regno eterno,
						venga da te, a te lo chieda, per tuo merito possa entrarvi, perché nessuno può
						entrare nel regno, se non porta impresso il tuo sigillo ».
						
						1980        22. «
						Perciò, o signora, abbi compassione di noi e imprimi su noi il sigillo della
						tua benevolenza. Chi può essere tanto stolto e insensato da non amare con tutto
						il cuore te, che in modo così degno sei stata scelta e preparata dall'AItissimo
						fin dalla eternità? Chi può rifiutarti riverenza e onore, se Colui che è
						adorato da tutte le Virtù dei cieli, ti ha rivestita di tanto onore? Chi può
						non adorare con gioia le orme dei tuoi piedi, se il Signore della maestà tanto
						umilmente si è inchinato a te, con tanta amicizia ti si è unito, con tanto
						amore ti ha fatta sua? Perciò ti scongiuriamo, o signora, per lui e per amore
						di lui: in questa necessità non disprezzare le nostre preghiere, ma liberaci
						sempre dai pericoli, tu gloriosa e benedetta in eterno ».
						
						RISPOSTA DI MADONNA
						POVERTA'
						
						1981     23. A questa
						preghiera madonna Povertà con cuore lieto, con volto ilare e voce soave
						rispose: « Vi confesso, fratelli e amici carissimi, che fin dalle vostre prime
						parole mi sono sentita piena di gioia e ricolma di gaudio, considerando il
						vostro fervore e ben conoscendo il vostro santo proposito. Le vostre parole
						sono per me più desiderabili dell'oro e di una pietra preziosissima, più dolci
						di un favo di miele. Non siete intatti voi a parlare, ma è lo Spirito Santo che
						parla in voi, e la sua unzione vi insegna tutto quello che avete detto
						dell'Altissimo Re, il quale per sola sua grazia mi scelse come sua amata,
						togliendo via il mio disonore dalla terra, e mi ha dato gloria fra i principi
						del cielo >>.
						
						1982     24. « Desidero perciò, se non vi dispiace
						ascoltarmi, ripercorrere con voi la lunga ma non inutile storia della mia
						condizione, perché impariate come comportarvi in modo da piacere a Dio,
						evitando il biasimo di guardare indietro voi che volete mettere mano
						all'aratro.
						
						            Non
						sono grezza e inesperta, come molti ritengono, ma ricca a  sufficienza di giorni e di anni, per
						conoscere l'andamento delle cose, la diversità delle creature, la mutevolezza
						dei tempi. Per lunga esperienza, sottigliezza d'ingegno e dignità di grazia
						conosco le oscillazioni del cuore umano ».
						
						STORIA DELLA POVERTA' 
						
						NEL PARADISO TERRESTRE
						
						1983       25. « Vissi un tempo nel paradiso del mio
						Dio, dov'era I'uomo nudo, anzi, nell'uomo e con l'uomo ignudo andavo
						passeggiando per tutto quello splendido paradiso, senza timori né incertezze né
						sospetto di qualche sventura. Pensavo di restare con lui per sempre, perché
						egli dall'Altissimo era stato creato giusto, buono, sapiente, e collocato in un
						luogo assai ridente e bellissimo. Ero colma di gioia e mi dilettavo davanti a
						lui in ogni istante, perché, non possedendo nulla, egli era tutto di Dio».
						
						1984    26. « Ma
						ahimè! sopravvenne improvvisa una sventura del tutto inaudita dalla creazione
						dell'uomo, quando quello sciagurato, che un tempo per la sua bellezza perse
						irrimediabilmente la sapienza, 
						introdottosi in un serpente, lui che era stato escluso dal cielo, con
						inganno tentò l'uomo, perché diventasse come lui trasgressore del comando
						divino. Credette l'infelice al cattivo consigliere e gli diede retta, e
						dimenticando Dio suo creatore, seguì l'esempio del primo prevaricatore e
						trasgressore. Prima era nudo, dice di lui la Scrittura, ma non ne arrossiva,
						perché la sua innocenza era perfetta. Ma quando ebbe peccato, si accorse di
						essere nudo, e per la vergogna corse a farsi delle cinture con foglie di fico
						».
						
						1985    27. « Vedendo
						allora il mio compagno divenuto ribelle e coperto di foglie, perché altro non
						possedeva, mi allontanai da lui, e stando lontana cominciai a riguardarlo con
						occhi pieni di lacrime. Aspettavo colui che venisse a salvarmi dalle angosce
						dell'anima e da una tempesta così grande.
						
						            E venne
						all'improvviso dal cielo un rombo che scosse tutto il paradiso, e con esso una
						luce vivissima si sprigionò dal cielo. E osservando vidi il Signore della
						maestà che passeggiava nel paradiso alla brezza pomeridiana, splendente di
						gloria che nessuno potrebbe dire o descrivere. Lo accompagnavano moltitudini di
						angeli, che proclamavano a gran voce e dicevano: Santo, Santo, Santo, Signore
						Dio degli Eserciti, tutta la terra è piena della tua gloria. Migliaia di
						migliaia lo servivano e a milioni gli facevano corona " .
						
						1986     28. « Impaurita e tremante, lo confesso,
						cominciai allora a venir meno per la meraviglia e lo spavento, e rabbrividendo
						tutta e col cuore in tumulto levai dal profondo la voce e gridai: "
						Signore, abbi pietà, Signore, abbi pietà. Non entrare in giudizio col tuo
						servo, perché nessun vivente davanti a te è giusto ". Ed egli mi disse:
						" Va, nasconditi per un momento, finché non sia passato il mio sdegno
						".
						
						            E
						subito chiamò il mio compagno, dicendo: "Adamo, dove sei? ". Ed egli:
						" Ho udito la tua voce, Signore, e ho avuto paura perché ero nudo e mi
						sono nascosto ". Davvero nudo, perché scendendo da Gerusalemme a Gerico,
						incappò nei briganti che lo spogliarono dei beni di natura, facendogli perdere
						la somiglianza col suo Creatore. Ma lo stesso Re altissimo, pieno di bontà e di
						misericordia, aspettò il suo pentimento, porgendogli l'occasione di fare
						ritorno a lui ».
						
						1987     29. « Ma
						l'infelice lasciò deviare il suo cuore prorompendo in parole peccaminose, per
						cercare scuse vane al suo peccato. Così aggravò la sua colpa e accrebbe la
						pena, accumulando collera su di sé per il giorno d'ira e d'indignazione del
						giusto giudizio di Dio. Non risparmiò se stesso né la sua discendenza dopo di
						lui, caricando su tutti la terribile maledizione della morte. Con giudizio
						sancito da quanti erano presenti, il Signore lo cacciò dal paradiso di delizie,
						con decreto giusto ma anche pieno di misericordia. E perché tornasse alla terra
						dalla quale era stato tratto, pronunciò contro di lui ma senza infierire la
						sentenza di maledizione; e fece per loro delle tuniche di pelli indicando con
						esse che l'uomo è mortale,  avendo
						perduto le vesti dell'innocenza >>.
						
						1988    30. « Ed
						io, vedendo il mio compagno coperto di pelli di animali senza vita, mi
						allontanai del tutto da lui, perché egli ormai s'era gettato ad ogni sorta di
						fatiche per farsi ricco. Me ne andai perciò raminga e fuggiasca sulla terra,
						con grande pianto e lamenti. Da quel tempo non trovai luogo alcuno dove far
						riposare il mio piede, se anche ad Abramo, Isacco, Giacobbe e agli altri fu
						data la promessa di ricchezze e di un paese dove scorre latte e miele. In tutti
						costoro cercai riposo e non lo trovai, mentre un Cherubino roteando una spada
						di fuoco, stava davanti alla porta dei paradiso, finché dal seno del Padre
						scese nel mondo l'Altissimo, che volle degnarsi di venire in cerca di me ».
						
						LA TESTIMONIANZA Dl
						CRISTO
						
						1989      31. « Egli,
						compiute tutte le cose di cui voi avete parlato, volendo tornare al Padre suo
						che l'aveva mandato, mi lasciò in testamento ai suoi fedeli ed eletti e lo
						confermò con decisione irrefragabile dicendo: Non vogliate possedere oro né
						argento né denaro. Non portate sacco, né bisaccia, né pane, né bastone, né
						calzari, né abbiate due tuniche per ciascuno. A chi ti vuole chiamare in
						giudizio e toglierti la tunica, tu lasciagli anche il mantello. E se uno ti
						costringerà a fare un miglio, fanne con lui altri due. Non accumulate per voi
						tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano e dove i ladri
						scassinano e rubano Non affannatevi dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa
						berremo? Che cosa indosseremo? Non affannatevi per il domani, perché il domani
						avrà già le sue preoccupazioni. A ciascun giorno basta la sua pena. Se qualcuno
						non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo, e altre cose
						che si trovano scritte in quel libro ».
						
						GLI APOSTOLI
						
						1990       32. « Gli Apostoli e gli altri discepoli
						osservarono tutte queste cose con somma diligenza, e non trascurarono nemmeno
						per un istante una sola delle parole che avevano udito dal loro Signore e
						Maestro. Come soldati fortissimi, giudici di tutta la terra, essi adempirono il
						comando di salvezza e lo predicarono dappertutto, mentre il Signore operava
						insieme a loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.
						Ardevano di carità, e sovrabbondando d'ogni parte di sentimenti di pietà si
						consacravano alle necessità di tutti, attenti e vigilanti che non si avesse a
						dire di loro: Dicono e non fanno. Perciò uno di loro poteva affermare in tutta
						sicurezza: Non oso parlare se non di ciò che Cristo opera per mezzo mio con
						parole e fatti, nella potenza dello Spirito Santo. E un altro: Non possiedo né
						argento né oro. Allo stesso modo tutti, in vita e in morte, mi tributarono
						altissime lodi.
						
						            I loro
						ascoltatori, poi, si sforzavano di attuare quello che era annunciato dai loro
						maestri, e vendendo le loro proprietà e sostanze né facevano parte a tutti,
						secondo il bisogno di ciascuno. Stavano tutti insieme e tenevano ogni cosa in
						comune, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Perciò il Signore
						ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati » .
						
						I SEGUACI DEGLI
						APOSTOLI
						
						1991      33. « Per
						lungo tempo queste parole continuarono ad essere vere per molti, soprattutto
						perché il sangue del povero Crocifisso era ancora caldo nel loro ricordo e il
						calice glorioso della sua passione inebriava il loro cuore. Infatti se alcuni
						in qualche momento erano tentati di abbandonarmi vinti dalla mia asprezza
						eccessiva, ricordando le piaghe dei Signore, vere finestre aperte sulle viscere
						della sua misericordia, si imponevano gravi pene per quella tentazione e si
						stringevano più forte a me abbracciandomi con ardore rinnovato. Io stavo con
						loro, ravvivando continuamente nella loro memoria i dolori della passione
						dell'eterno Re, cosicché intimamente confortati dalle mie parole, accoglievano
						con amore il ferro che lacerava il loro corpo e senza paura miravano il sangue
						benedetto sgorgare dalla loro carne.
						
						            Si
						prolungò questa vittoria fino a tempi lontani e così ogni giorno migliaia di
						migliaia venivano segnati coi sigillo dell'altissimo Re ».
						
						LA PACE NEMICA DELLA
						POVERTA'
						
						1992     34. « Ma
						ahimè! di lì a poco fu fatta la pace, e fu una pace più dannosa di ogni guerra,
						perché all'inizio i segnati furono pochi, nel suo mezzo ancora meno, alla fine
						pochissimi. E ora potrei dire, ecco, con la pace la mia amarezza si è
						aggravata, perché tutti mi fuggono, tutti mi cacciano via, da nessuno sono
						cercata, da tutti sono abbandonata. Ho pace dai nemici ma non da quelli di
						casa, dagli estranei ma non dai figli. Eppure io ho allevato e fatto crescere i
						miei figli, ma essi mi hanno disprezzata ».
						
						1993     35. « In quel
						tempo, quando la lucerna del Signore brillava sopra il mio capo e alla sua luce
						camminavo in mezzo alle tenebre, il diavolo infieriva su molti che stavano con
						me, il mondo li allettava, la carne li pungeva coi suoi desideri, cosicché
						molti cominciarono ad amare il mondo e le cose del mondo ».
						
						LA PERSECUZIONE SORELLA DELLA POVERTA'
						
						1994      36. « Ma la perfezione di tutte le virtù,
						cioè madonna Persecuzione, alla quale come a me Dio ha consegnato il regno dei
						cieli, era con me in ogni circostanza, fedele aiutante, forte cooperatrice,
						saggia consigliera, e se talvolta vedeva qualcuno intiepidire nella carità,
						dimenticare anche per poco le cose celesti, affezionarsi in qualsiasi modo ai
						beni terreni, subito alzava la voce, scuoteva l'esercito, copriva di vergogna
						il volto dei miei figli perché cercassero il nome del Signore. Ma ora mia
						sorella mi ha lasciata sola e la luce dei miei occhi non è più con me, perché,
						dal momento in cui  i persecutori han
						fatto pace coi miei figli, questi sono lacerati anche più crudelmente da lotte
						familiari e intestine, invidiandosi e provocandosi gli uni gli altri nell'acquistare
						ricchezze e nel ricercare piaceri ».
						
						LODE DEI BUONI POVERI
						
						1995    37. « Tuttavia
						dopo qualche tempo alcuni cominciarono a riaversi e a camminare per volontà
						propria su quella via diritta, che altri a quei tempi percorrevano costretti da
						necessità. Tutti costoro vennero da me, supplicandomi caldamente con preghiere
						e lacrime di stringere con loro in perpetuo un trattato di pace e di
						comportarmi con loro come ai tempi della mia adolescenza, quando l'Onnipotente
						era ancora con me e i miei figli mi stavano attorno. Furono costoro uomini
						virtuosi, pacifici, irreprensibili davanti a Dio, perseveranti nell'amore
						fraterno, finché vissero nella carne, poveri in ispirito, sprovvisti di cose
						materiali, ricchi di santità di vita, ben forniti del dono dei carismi celesti
						ferventi nello spirito, lieti nella speranza forti nella tribolazione, miti ed
						umili di cuore, tesi a serbare la pace dello spirito, I'equilibrio nei costumi,
						la concordia degli animi la unione gioiosa nel loro genere di vita. Insomma uomini
						devoti a Dio, graditi agli angeli, amabili agli uomini, rigidi con se stessi,
						compassionevoli verso gli altri, religiosi nel comportamento, modesti nel loro
						camminare, ilari nel volto austeri nel cuore, umili nella prosperità,
						coraggiosi nelle avversità, sobri alla mensa, assai moderati nel vestito,
						scarsi nel sonno, verecondi, timorati, ricchi dello splendore di ogni opera
						buona. La mia anima era profondamente legata a loro, e un solo spirito e una
						sola fede albergava in noi >>.
						
						I FALSI POVERI
						
						1996       38. «
						Sorsero infine di mezzo a noi alcuni che non erano dei nostri, figli di Belial,
						pieni di chiacchiere inutili e di opere inique, che affermavano di essere
						poveri pur non essendolo affatto; e mentre gli uomini gloriosi di cui ho
						parlato mi avevano amata di tutto cuore, costoro mi disprezzarono e mi
						disonorarono seguendo la via di Balaàm di Bosor, che amò un salario di
						iniquità, uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la
						pietà una fonte di guadagno; uomini che indossando il sacro abito della
						religione, non hanno rivestito l'uomo nuovo, ma celato quello vecchio.
						Denigravano i loro antichi e criticavano in segreto la vita e i costumi di
						coloro che avevano istituito questo santo genere di vita, definendoli
						indiscreti, spietati, crudeli, e quanto a me, che pure essi avevano scelto, mi
						chiamavano oziosa, rozza, deforme, incivile, livida come cadavere, sobillati
						con zelo appassionato da una mia nemica che, indossate le vesti di pecora, con
						astuzia di volpe nascondeva la rapacità del lupo ».
						
						L' AVARIZIA
						
						1997     39. «
						Costei era l'Avarizia, che è definita desiderio sfrenato di acquistare o
						possedere ricchezze. Essi però la chiamavano con un nome più venerando, per non
						dar a vedere di aver abbandonato del tutto me, che avevo fatto loro il dono di
						sollevarli dalla polvere e di rialzarli dallo sterco. Mi parlavano di lei in
						termini pacifici, ma tramavano inganni peggiori dell'ira. E benché la
						desolazione di una città collocata sopra un monte non si possa nascondere,
						tuttavia le imposero un nome, cioè " Discrezione " o "
						Previdenza ", benché tale discrezione meritasse piuttosto di essere
						chiamata confusione, e la previdenza funesto oblìo di ogni virtù.
						
						            A me
						poi dicevano: " Non temere, tua è la potenza, tuo il regno. E cosa buona dedicarsi
						alle opere di misericordia e attendere a produrre buoni frutti, aiutare gli
						indigenti, dare qualche cosa ai poveri" ».
						
						LA POVERTA' 
						
						AMMONISCE I FALSI RELIGIOSI
						
						 1998   40.
						« Io rispondevo: " Non nego, fratelli, che quello  che voi dite sia cosa buona, ma vi scongiuro,
						considerate la vostra vocazione. Non voltatevi a guardare indietro. Non
						scendete dalla terrazza a prendere qualcosa in casa. Non tornate indietro dal
						campo a prendere un vestito. Non lasciatevi coinvolgere nelle faccende del secolo.
						Non vi implicate di nuovo nella corruzione contagiosa del mondo, da cui siete
						fuggiti quando conosceste il Salvatore. E inevitabile che quanti si lasciano
						prendere nuovamente da queste cose, vadano incontro alla sconfitta, e l'ultima
						condizione di costoro diventi peggiore della prima, voltando essi le spalle
						sotto l'apparenza della pietà al santo mandato che avevano ricevuto " ».
						
						LORO RISPOSTA
						
						1999      41. « Mentre
						esponevo a tutti queste cose, sorse tra loro dissenso. Alcuni dicevano: "
						E' buona e parla bene ". Altri invece: " No, ma vuole ingannarci,
						perché seguiamo il suo esempio; è miserabile e vuole che tutti noi siamo
						miserabili come lei"». 
						
						LA
						POVERTA' PARLA DEI BUONI RELIGIOSI
						
						2000     42. « La
						mia rivale non poté in quella circostanza cacciarmi fuori dai loro territori,
						perché tra essi c'erano ancora molti uomini agli inizi della loro conversione,
						animati da grande fervore e da ardente carità, che bussavano con grida alla
						porta del cielo e vi penetravano con preghiere insistenti, volando sopra di sé
						nella contemplazione e disprezzando ogni cosa terrena. Allora il creatore
						dell'universo, mi diede un ordine, il mio creatore e Signore mi disse: "
						Fissa la tua abitazione in Giacobbe, prendi in eredità Israele e metti le
						radici tra i miei eletti. Io poi eseguivo queste cose con somma diligenza. E
						mentre stavo con loro e camminavamo insieme sulla via regia, per mia cagione
						essi avevano gloria tra le folle ed erano ammirati di fronte ai potenti;
						ricevevano onori dagli uomini e venivano chiamati santi. Ma essi cominciarono a
						non sopportare il nome di " santi ", e ricordando la parola del
						Figlio di Dio: Io non ricevo gloria dagli uomini, ricusavano decisamente la
						gloria loro offerta ».
						
						L'
						AVARIZIA PRENDE IL NOME DI « DISCREZIONE »
						
						2001    43. « Ora
						mentre essi camminavano infiammati di tanto amore per Cristo, I'Avarizia,
						assunto il nome di " Discrezione ", cominciò a dire loro: " Non
						mostratevi così rigidi con gli uomini, né vogliate disprezzare a questo modo le
						loro attestazioni di onore, ma siate amabili con loro, e la gloria che vi è
						offerta non rifiutatela esternamente, basta che lo facciate con grande cura nel
						vostro interno. E cosa buona avere l'amicizia dei re, godere fama presso i
						principi, avere familiarità coi potenti, perché quando essi vi fanno onore e si
						alzano riverenti e vi corrono incontro, molti che vedono queste cose, edificati
						dal loro esempio, più facilmente si convertono a Dio  ».
						
						2002    44. « E
						quelli, visto il vantaggio, accettarono il consiglio  ricevuto, ma non guardandosi dal laccio posto
						lungo la strada, finirono coll'abbracciare di nuovo e senza riserve la gloria e
						gli onori mondani. Ritenevano di essere tali nell'intimo, quali fuori si andava
						dicendo, e affidavano la loro gloria alla bocca degli uomini, come le vergini
						stolte ai venditori di olio e il servo infingardo al terreno.
						
						            Ma gli
						uomini, che li credevano tanto virtuosi nell'animo quanto appariva
						esteriormente, volentieri offrivano ad essi i loro beni in penitenza dei propri
						peccati. Pure, all'inizio, essi trattavano ogni cosa come sterco, dicendo:
						" Noi siamo poveri e desideriamo restare sempre poveri, non vogliamo le
						vostre cose, ma voi. Quando abbiamo di che mangiare e di che coprirci, di
						questo siamo contenti, perché vanità delle vanità, e tutto è vanità ". Perciò
						di giorno in giorno cresceva verso di loro la devozione degli uomini, cosicché
						molti tra costoro cominciarono a disamorarsi dei loro beni, vedendoli
						disprezzati a tal modo dai santi ».
						
						LA
						PREVIDENZA UMANA
						
						2003      45. «
						Frattanto quella barbara mia nemica, vedendo tutto questo, cominciò a
						infuriarsi e a digrignare i denti, e addolorata fortemente in cuor suo disse:
						" Che debbo fare? Ecco che tutto il mondo le è andato dietro ". E
						aggiunse: " Prenderò il nome di ' Previdenza ', e parlerò al loro cuore e
						chissà che non mi ascoltino e mi diano retta ".
						
						            E così
						fece, rivolgendosi a loro con parole piene di umiltà: " Perché ve ne state
						qui tutto il giorno oziosi, senza pensare al domani? Che male sarebbe per voi
						possedere quanto è necessario per vivere, purché vi asteniate dal superfluo?
						Potreste infatti adoperarvi con maggiore pace e tranquillità per la salvezza
						vostra e per quella degli altri, se aveste sempre a disposizione le cose che vi
						sono del tutto indispensabili. Finché avete tempo, provvedete a voi stessi e ai
						vostri seguaci, perché la gente dopo i primi regali e i doni cui era abituata
						comincerà a tirare indietro la mano. Sarebbe bene che voi continuaste sempre in
						questo stato, ma non ne sarete capaci, perché ogni giorno il Signore aumenta la
						vostra comunità. Non sarà forse cosa gradita a Dio, se voi avrete qualche cosa
						da offrire agli indigenti e vi ricorderete dei poveri, dal momento che egli
						dice: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere? Perché non accogliete i doni
						che vi vengono offerti, in modo da non privare quelli che offrono di un premio
						eterno? Non c'è motivo per cui dobbiate temere la stretta familiarità delle
						ricchezze, perché voi ormai le avete per cose da nulla. Il difetto non sta
						nelle cose, ma nel cuore, perché Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa
						assai buona. Tutto è buono per i buoni, tutto è al loro servizio ed è stato
						creato a loro vantaggio. Oh, quanti fra coloro che possiedono beni materiali li
						consumano in malo modo, mentre, se appartenessero a voi, potreste farne buon
						uso, perché santo è il vostro proposito, santi i vostri desideri! Voi non avete
						affatto l'intenzione di arricchire i vostri parenti, perché già sono ricchi
						abbastanza da parte loro; ma se possedeste quanto vi necessita, potreste
						condurre un tenore di vita più decoroso e più ordinato ".
						
						2004     Mentre
						quella malvagia diceva queste ed altre simili cose, alcuni di loro, già
						corrotti nell'animo, subito acconsentirono. Altri però, sordi d'orecchio, erano
						di opinione opposta e ribattevano con acute argomentazioni le ragioni addotte
						fondandosi non meno di colei sulla testimonianza delle Scritture ».
						
						L'
						AVARIZIA
						
						CHIEDE
						L' AIUTO DELL' ACCIDIA
						
						2005     46. « Ma
						l'Avarizia, vedendo che da sola non poteva ottenere da loro quanto desiderava,
						mutò piano per raggiungere il suo intento. Chiamò l'Accidia, che non si dà
						pensiero di iniziare il bene né di portarlo a termine se incominciato, e fece
						alleanza con lei stringendo un patto contro costoro. Non che fossero troppo
						familiari tra loro, né la sorte le aveva mai avvicinate, tuttavia congiurarono
						insieme volentieri a fin di male, come un tempo Pilato ed Erode contro il
						Salvatore. Fatto consiglio, l'Accidia scatenò fremente l'assalto, entrò coi
						suoi complici nei loro territori, e portate in campo con  gran forza le sue armi, spense il loro ardore
						di carità e li convertì alla tiepidezza e al rilassamento. E in tal modo, quasi
						inghiottiti da pusillanimità di spirito, la morte entrò nel loro cuore ».
						
						I
						RELIGIOSI
						
						VINTI
						DALL' ACCIDIA
						
						2006    47. «
						Cominciarono allora a rimpiangere amaramente tutto ciò che avevano lasciato in
						Egitto e andavano obbrobriosamente in cerca di quello che con animo generoso
						avevano disprezzato. Camminavano tristi sulla via dei comandamenti del Signore,
						accorrendo con animo freddo a quanto veniva loro imposto. Venivano meno sotto
						il peso e per mancanza di lena. a malapena riuscivano a respirare. Sporadica
						era in loro la compunzione, inesistente la contrizione, l'obbedienza piena di
						mormorazioni, sfrenata la gioia, pusillanime la tristezza, audaci i discorsi,
						facile il riso; il loro volto era allegro, il modo di camminare pieno di
						leggerezza, il vestito molle e delicato, tagliato con cura e confezionato anche
						meglio, il sonno abbondante, il cibo eccessivo, il bere immoderato. Proferivano
						sciocchezze, millanterie e parole al vento. Si mettevano a recitare favole,
						mutavano leggi, si occupavano dell'ordinamento delle province e trattavano con
						gran cura gli affari della gente. Dell'esercizio del bene, nessuna
						preoccupazione, nessun impegno per la salute dell'anima, sporadico l'occuparsi
						delle cose celesti e assai tiepido il desiderio dei beni eterni ».
						
						2007     48. « Induriti
						di cuore in tale modo, cominciarono a invidiarsi e a provocarsi a vicenda, e
						impazienti di dominare l'uno sull'altro, accusavano il fratello delle peggiori
						mostruosità. Evitavano con cura quanto poteva essere motivo di tristezza,
						cercando consolazione in cose vane, incapaci ormai delle vere gioie. Tuttavia
						mantenevano sempre un'apparenza di santità, per non perdere del tutto il buon
						credito, e parlando di cose sante nascondevano agli ingenui il loro misero
						tenore di vita. Ma tale e tanta era la loro rilassatezza interiore che,
						incapaci di contenersi, cominciavano a darne segni evidenti anche all'esterno
						».
						
						2008      49. « Infine
						si diedero a circuire con adulazione le persone del secolo, fino a stringere
						matrimonio con loro per svuotare le loro borse, in modo da poter ampliare i
						propri edifici e moltiplicare i beni ai quali un tempo avevano del tutto
						rinunciato. Vendevano parole ai ricchi e ossequi alle gentildonne,
						frequentavano con grande assiduità le corti dei re e dei principi, per
						aggiungere casa a casa e campo a campo. Ed ora sono diventati grandi e ricchi e
						potenti sulla terra,  perché sono passati
						di iniquità in iniquità e non hanno conosciuto il Signore. Sono caduti mentre
						si risollevavano, precipitati a terra prima di nascere, e tuttavia mi dicono:
						siamo tuoi amici».
						
						I POVERI
						
						
						DIVENTATI
						RICCHI 
						
						PERSEGUITANO
						LA POVERTA'
						
						2009     50. « Mi
						addoloravo grandemente soprattutto di alcuni, i quali, mentre nel secolo erano
						stati poveri e di poco conto, venuti da me si fecero ricchi. Impinguati e
						ingrassati, recalcitravano più degli altri, mettendomi in ridicolo. Costoro,
						che erano indegni perfino di vivere, disfatti dalla indigenza e dalla fame,
						dediti a brucare l'erba e la scorza degli alberi, avviliti dalle sventure e
						dalla miseria; adesso però non si accontentano della vita comune, ma si tirano
						da parte, pascendo se stessi senza ritegno, e il loro genere di vita, all'ansiosa
						ricerca di cose superflue, comincia a dar noia a tutti, perché vorrebbero onore
						tra i discepoli di Cristo quando nel secolo erano tenuti in nessun conto anche
						dai conoscenti Costoro, che spesso mancavano perfino di pan d'orzo e dl acqua e
						reputavano un lusso stare sotto i rovi, razza ignorante e ignobile, che nel
						mondo non compariva per nulla e mi è precipitata addosso per mia sventura,
						hanno orrore di me e mi schivano e non si vergognano di sputarmi in faccia. Ho
						subito da loro villanie e paure, e i miei amici e quelli che stavano al mio
						fianco mi hanno insultata. Si vergognavano di me, e tanto più mi ripudiavano,
						quanto più sapevano di aver fruito dei miei benefici, fino al punto da sdegnare
						perfino di sentire il mio nome ».
						
						LA
						POVERTA' LI AMMONISCE 
						
						A
						RITORNARE DA LEI
						
						2010       51. << Io mi sentivo molto
						addolorata e dicevo loro: " Ritornate, figli traviati, e io metterò
						rimedio alle vostre ribellioni. Guardatevi da ogni avarizia, che è idolatria,
						perché l'avaro mai si sazia di denaro. Richiamate alla memoria quei primi
						giorni nei quali, dopo essere stati illuminati, avete dovuto sostenere una
						lotta lunga e dolorosa. Non vogliate diventare figli che tornano indietro a
						loro perdizione, ma figli della fede, per la salvezza della vostra anima. Se
						qualcuno ha violato la legge di Mosé, viene messo a morte senza pietà sulla
						parola di due o tre testimoni. Di quale maggior castigo allora pensate sia
						degno chi avrà calpestato il Figlio di Dio e profanato quel sangue
						dell'alleanza dal quale è stato santificato, e avrà insultato lo Spirito della
						Grazia? Ritornate perciò in voi stessi, o prevaricatori, perché la vita di
						ognuno non dipende dall'abbondanza delle cose che possiede ".
						
						            Ma
						quelli, indignati, rispondevano: " Va via, sventurata, allontanati da noi,
						non vogliamo conoscere le tue vie ".
						
						            Ed io
						replicavo: " Pietà, pietà di me, almeno voi miei amici. Perché mi
						perseguitate senza ragione? Non ve l'ho forse detto che il vostro modo di
						vivere non va d'accordo col mio? Ecco, mi pento perfino di avervi visti " >>.
						
						IL
						SIGNORE PARLA ALLA POVERTA'
						
						2011         52. « Allora mi fu rivolta questa parola
						del Signore:  " Torna, torna,
						Sunamitide, torna, torna, perché possiamo ammirarti. I tuoi stessi figli sono
						dei provocatori e non vogliono ascoltare te perché non vogliono ascoltare me.
						Il loro cuore è diventato incredulo e ribelle: si sono tirati indietro e se ne
						sono andati; non hanno rigettato te, ma me. In realtà tu li hai educati a tuo
						danno e istruiti contro il tuo capo, perché se non avessero scelto te, mai sarebbero
						diventati ricchi. Fingevano di amarti, per potersene andare appena ricevuto il
						beneficio. Perciò ti hanno voltato le spalle con aspirazioni del tutto opposte,
						e attaccatisi alla menzogna, rifiutano di tornare. Non prestare più fede alle
						loro parole, anche se ti parleranno con buona maniera, poiché ti hanno
						disprezzata e vogliono la tua vita. Non innalzare suppliche e  preghiere per loro, perché non ti ascolterei:
						ormai li ho gettati lontano da me, perché essi mi hanno disprezzato! » 
						
						MADONNA
						POVERTA' 
						
						PARLA AL
						BEATO FRANCESCO 
						
						DEL
						PROGRESSO E DEL REGRESSO 
						
						NELLA
						VITA RELIGIOSA
						
						2012        53. « Ecco, fratelli, ho raccontato a voi
						una lunga storia. I vostri occhi precedano i vostri passi, perché possiate
						vedere cosa dovete fare. E molto pericoloso guardare indietro e prendersi gioco
						di Dio. Ricordatevi della moglie di Lot e non prestate fede a ogni ispirazione.
						Tuttavia confido in voi, carissimi, perché in voi più che in altri scorgo cose
						migliori e che avvicinano alla salvezza, e appare con evidenza che voi avete
						gettato via decisamente ogni cosa e vi siete liberati totalmente di ogni peso.
						La prova per me più evidente di tutto questo è che voi siete saliti su questo
						monte dove a pochi in passato fu possibile arrivare. Ma lo dico [anche] a voi,
						amici miei, perché la cattiveria di molti mi rende sospetta anche la virtù dei
						buoni e spesso sotto le vesti di pecora ho scoperto lupi rapaci ».
						
						2013         54. « Desidero certamente che ciascuno di
						voi si faccia imitatore dei santi, che nella fede e nella pazienza mi hanno
						avuta in eredità; ma nel timore che non capiti anche a voi come agli altri, vi
						do un consiglio utile, di non pretendere cioè fin dal principio di toccare le
						cose più alte e più sante, ma progredendo a poco a poco, sotto la guida di Cristo,
						arrivare finalmente alla sommità. Badate bene, dopo che lo sterco delle cose
						vili è stato posto attorno alle vostre radici, di non essere trovati senza
						frutti, perché nient'altro vi raggiungerebbe se non la scure. Non vogliate
						fidarvi ciecamente dell'entusiasmo che ora vi anima, perché i sensi dell'uomo
						sono inclinati più a fare il male che il bene, e l'animo torna con facilità
						alle cose consuete, anche quando se n'è molto allontanato. So bene che, per
						eccessivo fervore, ogni cosa vi sembra molto facile; ma ricordatevi quanto sta
						scritto, cioè che perfino i suoi servi non sono incrollabili e anche nei suoi
						angeli egli trova difetti ».
						
						2014       55. « In un
						primo momento ogni cosa vi sembrerà dolce e leggera da portare, ma passato
						qualche tempo, quando vi crederete sicuri, comincerete a trascurare i benefici
						ricevuti. Vi illuderete di ritornare quando vogliate allo stato primitivo e
						ritrovare la consolazione dei primi tempi, ma la negligenza, una volta che ha
						messo radici, difficilmente può essere estirpata. Allora il vostro cuore si
						piegherà ad altre cose, e raramente reclamerà a gran voce che facciate ritorno
						alle prime. Così, volti al sonno e all'accidia dello spirito, accamperete
						effimere parole di scusa, dicendo: " Non possiamo essere forti come al principio:
						ora i tempi sono diversi ", ignorando quanto sta scritto, e cioè che
						quando un uomo sarà giunto alla fine, allora incomincia. Solo rimarrà nel
						vostro cuore  una voce che continuerà a
						dire: " Domani, domani ritorneremo al nostro marito di prima, perché
						allora eravamo più felici di adesso ".
						
						            Ecco,
						fratelli, vi ho predetto molte cose e ho da dirvene molte altre, che voi per il
						momento non siete in grado di portare. Ma verrà tempo in cui vi esporrò
						apertamente quanto or ora vi ho detto ».
						
						RISPOSTA
						DEL BEATO FRANCESCO 
						
						E DEI
						SUOI FRATI
						
						2015        56. A queste parole il beato Francesco,
						ringraziando Dio, cadde ginocchioni per terra con i suoi frati, e disse: «
						Nostra signora, quello che dici è giusto e nemmeno una delle tue parole può
						essere biasimata. E vero, dunque, quanto avevamo sentito nel nostro paese sulla
						tua eloquenza e sulla tua saggezza; anzi, la tua sapienza supera di molto la
						fama che noi ne abbiamo udito. Beati i tuoi uomini e beati questi tuoi ministri
						che stanno sempre davanti a te e ascoltano la tua saggezza . Sia benedetto nei
						secoli il Signore tuo Dio, che si è compiaciuto di te; ti ha amata di amore
						eterno e ti ha stabilita regina perché tu eserciti la misericordia e il diritto
						fra i suoi servi. O quanto è buono e soave il tuo spirito, che richiama gli
						erranti e ammonisce i peccatori! ». 
						
						2016        57. « Ecco, signora, per l'amore che il Re
						eterno ti ha portato e per l'amore che tu hai per Lui, ti scongiuriamo di non
						deludere il nostro desiderio, ma di agire con noi secondo la tua dolcezza e la
						tua misericordia. Grandi sono infatti le tue opere e difficili da spiegare; per
						questo le anime indisciplinate errano lontane da te. E poiché tu avanzi come
						esercito schierato a battaglia su un terreno disseminato ovunque di ostacoli,
						gli stolti non possono vivere con te. Ma ecco, noi siamo tuoi servi e gregge
						del tuo pascolo. In eterno e per tutti i secoli noi decidiamo con giuramento di
						custodire i tuoi precetti di giustizia » 
						
						IL
						CONSENSO DELLA  POVERTA'
						
						2017            58.
						A queste parole le viscere di madonna Povertà si commossero, e poiché è sempre
						disposta alla misericordia e al perdono, incapace di trattenersi più oltre,
						corse da loro, li abbracciò e dando a ciascuno di loro il bacio di pace, disse:
						«Ecco, io vengo a voi, fratelli e figli miei, sapendo che per mezzo vostro
						molti altri saranno conquistati da me ». 
						
						            Il
						beato Francesco, che non stava più in sé dalla gioia, cominciò ad alta voce a
						lodare l'Onnipotente, che non abbandona quanti sperano in Lui, e disse: «
						Benedite il Signore, voi tutti suoi eletti, fate festa e date lode a Lui,
						perché egli è buono, perché eterna è la sua misericordia ». 
						
						            E
						scendendo dal monte, condussero madonna Povertà nel luogo dove abitavano; era
						infatti verso mezzogiorno.
						
						IL
						CONVITO DELLA POVERTA' 
						
						CON I
						FRATI
						
						2018         59. Preparata ogni cosa, la invitarono
						con insistenza a prendere cibo con loro.
						
						            Ma ella
						disse: « Mostratemi prima il luogo della preghiera, il capitolo, il chiostro,
						il refettorio, la cucina, il dormitorio e la stalla, i bei sedili, le mense
						levigate e la vostra grande casa. Di tutto questo in verità non vedo
						assolutamente nulla, ma vedo che voi siete allegri, giocondi, colmi di gioia,
						pieni di consolazione, come se foste in attesa di avere ogni cosa ad un
						semplice cenno >>.
						
						            Ed essi
						le risposero: « Nostra signora e regina, noi tuoi servi siamo stanchi del lungo
						viaggio, e tu stessa venendo con noi hai faticato non poco. Perciò, se sei
						d'accordo, per prima cosa mangeremo, poi, ristorati dal cibo, a un tuo cenno si
						farà ogni cosa ».
						
						2019       60. «
						Approvo quanto dite », rispose; « e allora portate dell'acqua per lavare le
						nostre mani e asciugatoi per asciugarle ». E immediatamente quelli portarono un
						vaso di terracotta ridotto a metà--lì un vaso intero non c'era--, pieno d'acqua.
						Poi, abbassando le mani, guardavano di qua e di là, in cerca di un asciugatoio:
						e non trovandolo, uno di loro le offrì la tunica di cui era vestito, perché
						potesse asciugarsi le mani. Ed ella l'accolse con gratitudine, e nel suo cuore
						magnificava Dio, che l'aveva data come compagna a uomini di tanta virtù.
						
						2020      61. Poi la
						condussero al luogo dove era preparata la mensa. Come fu arrivata ella si
						guardò attorno, e non vedendo nulla all'infuori di tre o quattro tozzi di pane
						d'orzo e di crusca posti sull'erba, fu presa da grande ammirazione e diceva
						dentro  di sé: « Chi mai ha visto cose
						come queste tra le generazioni passate? Benedetto sei tu, Signore Dio, che hai
						cura di tutte le cose; tutto è possibile a te, quando vuoi con tale modo di
						agire hai insegnato al tuo popolo a piacere a te ». E così tutti sedettero
						insieme rendendo grazie a Dio per tutti i suoi doni.
						
						2021        62. Madonna
						Povertà diede ordine di servire i cibi cotti nei piatti. Ed ecco fu portata una
						sola scodella piena d'acqua fresca, perché tutti vi intingessero il pane: lì
						non c'era abbondanza di scodelle né varietà di vivande cotte.
						
						            Chiese
						le fossero servite almeno delle erbe aromatiche crude. Ma non avendo ortolano e
						non sapendo di orto, raccolsero nel bosco delle erbe selvatiche e gliele posero
						davanti.
						
						            E
						madonna Povertà: « Portatemi un po' di sale per salare le erbe, perché sono
						amare ».
						
						            «
						Signora », le risposero, « aspetta che andiamo in città e te lo portiamo, se
						qualcuno vorrà darcene ». « Datemi un coltello », disse lei, « per mondarle del
						superfluo e per tagliare il pane che è molto duro e secco ».
						
						            Le
						rispondono: « Signora, non abbiamo fabbro ferraio che prepari per noi delle
						spade; per ora al posto del coltello usa i denti, e poi provvederemo ».
						
						            « E un
						po' di vino, ce l'avete? » chiese ancora.
						
						            Risposero:
						« Signora nostra, vino non ne abbiamo, perché indispensabili alla vita
						dell'uomo sono il pane e l'acqua, e non è bene che tu beva vino, perché la
						sposa di Cristo deve fuggire il vino come fosse veleno ».
						
						2022          63.
						E quando della gloria di tanta penuria si furono saziati più che se avessero
						avuto abbondanza di ogni cosa, innalzarono lodi al Signore, al cui cospetto
						avevano trovato tanta grazia, e condussero la Povertà al luogo del riposo,
						perché era stanca. E così si adagiò ignuda sopra la nuda terra.
						
						            Chiese
						inoltre un guanciale per il suo capo. E quelli subito portarono una pietra e la
						posero sotto il capo di lei.
						
						            Ed
						ella, dopo un sonno placidissimo e non appesantito da cibo né da bevanda si
						alzò alacremente, chiedendo che le fosse mostrato il chiostro. La condussero su
						di un colle e le mostrarono tutt'intorno la terra fin dove giungeva lo sguardo,
						dicendo: «Questo, signora,  è il nostro
						chiostro ».
						
						MADONNA
						POVERTA' BENEDICE I FRATI 
						
						E LI
						AMMONISCE A PERSEVERARE 
						
						NELLA
						GRAZIA RICEVUTA
						
						2023        64. Allora
						ordinò loro di sedere tutti insieme e rivolse ad essi parole di vita, dicendo:
						« Siate benedetti, figli miei, dal Signore Iddio che ha creato il cielo e la
						terra, perché mi avete accolta nella vostra casa con tale pienezza di carità,
						che oggi stando con voi mi è parso di stare nel paradiso del Signore. Perciò
						sono piena di gioia, sovrabbondo di consolazione, e chiedo perdono di aver
						tardato tanto a venire da voi. Veramente il Signore è con voi, e io non lo sapevo.
						Ecco, quello che tanto ho cercato, ora lo contemplo, quello che ho tanto
						desiderato, ora è mio, perché in terra mi sono unita a uomini che sono per me
						immagine fedele di Colui che è mio sposo nel cielo. Benedica il Signore il
						vostro coraggio e gradisca il lavoro delle vostre mani ».
						
						2024       65. « Io
						vi prego e vi scongiuro ardentemente come figli miei carissimi, a perseverare
						sulla via che avete intrapreso per suggerimento dello Spirito Santo, e a non
						lasciare a metà l'opera della vostra perfezione, come taluni sogliono fare; ma
						sfuggendo ad ogni laccio delle tenebre, sforzatevi di salire sempre più in
						alto. Altissimo è il genere di vita che avete professato, al di sopra delle
						forze e delle virtù umane, capace di far risplendere di luce più viva la
						perfezione degli antichi. Non abbiate dubbio né incertezze sulla vostra
						chiamata a possedere il regno dei cieli, perché già tenete in mano la caparra
						dell'eredità futura e avete ricevuto il pegno dello Spirito, recando impresso
						il sigillo della gloria di Cristo e mostrandovi, per sua grazia, in tutto
						conformi a quel primo gruppo di discepoli che egli radunò attorno a sé quando
						venne nel mondo. Perché tutto quello che essi fecero lui presente, voi avete
						cominciato a realizzarlo nel tempo della sua assenza, cosicché potete affermare
						senza timore: Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito ».
						
						2025       66. « Non vi spaventi l'intensità della
						lotta né la grandezza smisurata della fatica, perché un grande premio sarà dato
						a voi. Tenendo fisso lo sguardo sul Signore Gesù Cristo autore e perfezionatore
						di ogni bene, che invece del gaudio che gli stava davanti, preferì sopportare
						la croce, disprezzando l'ignominia, mantenete senza vacillare la professione
						della vostra speranza. Correte con amore nella corsa che vi sta davanti.
						Correte nella pazienza, a voi necessaria più di ogni altra virtù, perché dopo
						aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la vostra speranza. Dio
						infatti ha la potenza di portare a termine facilmente  con la sua santa grazia le cose da voi
						intraprese e che superano le vostre forze, perché egli è fedele nelle sue
						promesse ».
						
						2026        67. «
						Quello spirito che ora opera nei figli ribelli non trovi in voi cosa che gli
						piaccia, nessuna incertezza, nessuna infedeltà, perché non riceva proprio da
						voi motivi per esercitare contro di voi la sua natura malvagia. Egli infatti è
						orgogliosissimo, e la sua superbia e la sua tracotanza sono anche maggiori
						della sua forza. Nutre grande furore per causa vostra, e rivolgerà contro di
						voi tutte le armi della sua astuzia cercando di schizzare il veleno della sua
						malizia, perché dopo aver concluso la guerra sbaragliando e buttando a terra
						gli altri, non può sopportare di vedervi in piedi sopra di lui ».
						
						2027       68. « Per
						la vostra conversione, carissimi, i cittadini del cielo fecero grande
						allegrezza e cantarono cantici nuovi alla presenza dell'eterno Re. Gli angeli
						godono in voi e di voi, perché mentre molti per merito vostro serberanno la
						verginità e splenderanno per castità, saranno restaurate le rovine della città
						celeste, dove ai vergini spetta un posto più glorioso, perché coloro che non
						prendono moglie né marito, saranno come angeli di Dio nel cielo. Esultano gli
						Apostoli vedendo che si rinnova la loro vita, si predica la loro dottrina, in
						voi si mostrano gli esempi della santità antica. Si rallegrano i martiri, in
						attesa che voi, versando il sacro sangue, rinnoviate lo spettacolo della loro
						costanza. Tripudiano i confessori, sapendo che spesso si celebra in voi la
						memoria del loro trionfo sul nemico. Innalzano canti di giubilo i vergini che
						seguono l'Agnello dovunque egli vada, vedendo che per voi il loro numero si
						accresce ogni giorno. E piena di esultanza, infine, tutta la corte celeste, che
						ogni giorno potrà celebrare la nascita festosa di nuovi concittadini e sarà
						continuamente aspersa dal profumo delle sante orazioni che salgono da questa
						valle ».
						
						2028       69. « Vi
						esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, per la quale voi vi siete
						fatti tanto poveri, a realizzare il proposito per il quale siete venuti,
						salendo dai fiumi di Babilonia. Accogliete umilmente la grazia che vi è
						offerta, usandone sempre e in tutto degnamente, a lode, gloria e onore di colui
						che è morto per voi, Gesù Cristo Signore nostro, che col Padre e lo Spirito
						Santo vive e regna, vince e impera, Dio eternamente glorioso, per tutti i
						secoli dei secoli. Amen >>.